L'aeromodellismo dinamico negli anni 70-80-90 ha vissuto una stagione di agguerrite competizioni in gara, campi volo pieni di persone, sfide tra i costruttori. E in conseguenza a ciò vi era mercato, per le aziende produttrici strutturate come piccole industrie con dipendenti e strategie di mercato.
Oggi il mercato italiano è sparito.
A partire dagli anni '70, l'aeromodelllismo radiocomandato ha mostrato quanto l'Italia potesse essere grande nel mondo. Non solo con i piloti, da Pagni a Bertolani, ma anche sul piano dei costruttori. Aviomodelli, Super Tigre, Rossi, Eurokit, sono solo alcuni dei nomi di aziende di riferimento in grado di produrre prodotti emozionali e prestazionali.
L'aeromodellismo dinamico negli anni 70-80-90 ha vissuto una stagione di agguerrite competizioni in pista, campi volo pieni di persone, aziende che lavoravano nella filiera. E in conseguenza a ciò vi era mercato; per le aziende produttrici strutturate come piccole industrie con dipendenti e strategie di mercato.
Ogni cittadina sopra i 10.000 abitanti aveva il proprio negozio di modellismo di riferimento. Attività spesso a gestione famigliare ma capaci di trasmettere passione, ed essere dei punti di riferimento per gli appassionati
E poi che cosa è successo?
Ora la realtà è quella di un hobby più accessibile. E' meno costoso sia in termini di tempo (i modelli sono già fatti, sono più facili da far volare e si rompono molto di meno), sia in termini economici (costano meno nell'acquisto e nella manutenzione); ma i numeri, parallelamente a ciò, invece di essere cresciuti sono decresciuti. I negozi di settore hanno abbassato le saracinesche, sui campi si trovano perlopiù persone con i capelli bianchi e le aziende di settore italiane sono state di fatto cancellate da una concorrenza senza regole.
Già perché cosiccome un privato può comprare dalla Cina a prezzi bassissimi, spesso eludendo i dazi doganali, un rivenditore è assoggettato ad altre norme che inevitabilmente fanno crescere il prezzo e lo rendono amministrativamente corretto ma commercialmente non competitivo.
Fare il processo alla streghe non serve a nulla però è ovvio che qualcuno abbia sbagliato. Istituzioni per prime, visto che non pare siano state in grado di tutelare quello che era un vero e proprio patrimonio. Cosiccome ha sbagliato chi non ha pensato, all'interno del settore a creare un ricambio generazionale, riuscito solo a metà.
I dati dicono che ai ragazzini interessino i videogiochi e gli smartphone e non l'aeromodellismo. Può essere, ma ci permettiamo di osservare che, negli eventi che abbiamo organizzato i bambini con gli aeromodelli si sono divertiti molto e che raramente abbiamo visto sorrisi a 32 denti di fronte allo smartphone.
Lo sa bene Benito Bertolani (creatore di modelli come Sonar, Cosmo, Komet ed ex pilota ai campionati del mondo), del quale leggerete l'intervista nelle prossime news. A Capannori, in Toscana crea progetti con i giovani: va nelle scuole, fa costruire modelli ai ragazzi, scopre talenti, crea squadre e le porta in gara. Parallelamente pensa al fatto che la sua casa, un domani, possa diventare il museo dell'aeromodellismo, perché lui ne è in qualche modo il depositario.
sito da favola!"